Formazione

Mi formo, come sensibilità’ e cultura, attraverso studi e passaggi esistenziali che hanno costruito in me una visione di essere e progettare.

Nasco a Lucca, città d’arte, dove l’amore per gli spazi dei giardini chiusi o aperti é sapiente, l’intimismo e la perfezione della scelta delle essenze e il collezionismo (es. camelie, azalee, bambù, iris, rose, etc) rasentano quasi la maniacalità. Vivo i miei primi venticinque anni a Viareggio, dove apprendo dal Galileo Chini l’amore del colore e dalle ville liberty una nuova forma di giardino che è sempre intimo come quelli Lucchesi, ma con una “sacralità” diversa, determinata anche dal difendersi educatamente e filtrarsi dal vento di libeccio e di tramontana, per poter inserire così essenze particolarmente delicate e gelive, come buganvillee, agrumi o palme, ormai spontaneizzate. Frequento il Politecnico a Milano, dove apprendo la complessità dell’urbano; mi laureo in Urbanistica all’Università di Venezia ove mi innamoro della magia dell’acqua. Sono iscritto all’ultimo anno dell’Università di Scienze Naturali di Pisa. Ora vivo a Forte dei Marmi, dove ho assimilato il messaggio dei grandi spazi delle ville di Roma Imperiale e della Dannunziana macchia mediterranea.

Innesto su tutto ciò il mio amore per l’oriente e le arti marziali e in particolare dei “bonsai” e “sesuikè” che io faccio da sempre; in particolare amo raccoglierli sulle Alpi Apuane, negli agrimarmiferi. La pianura costiera della Versilia e le Alpi Apuane sono una vera e propria università del giardino e di architettura dove, a saper leggere con amore e umiltà, salendo dal livello del mare fino alle cime, si trovano “luoghi” così perfetti, circoscritti ed eterogenei nella loro composizione progettuale, che non si può altro che ammirare in soste “estetico - estatiche”. Vi sono ad esempio, in posizione pedecollinare, ville medicee e, lungo i ruscelli, giardini umidi o veri e propri giardini giapponesi e più in alto stupendi giardini rocciosi.

Attraverso tutto ciò, gli studi fatti e quelli che sto’ facendo, progetto alla ricerca di un continuo equilibrio fra architettura “murata” e architettura dell’ambiente e in particolare dei giardini, all’interno dei quali, “a seconda delle dimensioni e della localizzazione geografica” creo sempre luoghi segreti in sequenza fino al limite del labirinto, ove il fruitore può raccogliersi automaticamente e naturalmente in meditazione, questa è l’idea.

Formazione

Mi formo, come sensibilità’ e cultura, attraverso studi e passaggi esistenziali che hanno costruito in me una visione di essere e progettare.

Nasco a Lucca, città d’arte, dove l’amore per gli spazi dei giardini chiusi o aperti é sapiente, l’intimismo e la perfezione della scelta delle essenze e il collezionismo (es. camelie, azalee, bambù, iris, rose, etc) rasentano quasi la maniacalità. Vivo i miei primi venticinque anni a Viareggio, dove apprendo dal Galileo Chini l’amore del colore e dalle ville liberty una nuova forma di giardino che è sempre intimo come quelli Lucchesi, ma con una “sacralità” diversa, determinata anche dal difendersi educatamente e filtrarsi dal vento di libeccio e di tramontana, per poter inserire così essenze particolarmente delicate e gelive, come buganvillee, agrumi o palme, ormai spontaneizzate. Frequento il Politecnico a Milano, dove apprendo la complessità dell’urbano; mi laureo in Urbanistica all’Università di Venezia ove mi innamoro della magia dell’acqua. Sono iscritto all’ultimo anno dell’Università di Scienze Naturali di Pisa. Ora vivo a Forte dei Marmi, dove ho assimilato il messaggio dei grandi spazi delle ville di Roma Imperiale e della Dannunziana macchia mediterranea.

Innesto su tutto ciò il mio amore per l’oriente e le arti marziali e in particolare dei “bonsai” e “sesuikè” che io faccio da sempre; in particolare amo raccoglierli sulle Alpi Apuane, negli agrimarmiferi. La pianura costiera della Versilia e le Alpi Apuane sono una vera e propria università del giardino e di architettura dove, a saper leggere con amore e umiltà, salendo dal livello del mare fino alle cime, si trovano “luoghi” così perfetti, circoscritti ed eterogenei nella loro composizione progettuale, che non si può altro che ammirare in soste “estetico - estatiche”. Vi sono ad esempio, in posizione pedecollinare, ville medicee e, lungo i ruscelli, giardini umidi o veri e propri giardini giapponesi e più in alto stupendi giardini rocciosi.

Attraverso tutto ciò, gli studi fatti e quelli che sto’ facendo, progetto alla ricerca di un continuo equilibrio fra architettura “murata” e architettura dell’ambiente e in particolare dei giardini, all’interno dei quali, “a seconda delle dimensioni e della localizzazione geografica” creo sempre luoghi segreti in sequenza fino al limite del labirinto, ove il fruitore può raccogliersi automaticamente e naturalmente in meditazione, questa è l’idea.

Indirizzo conclusivo

In conclusione, oggigiorno con molta probabilità sono stati fatti troppi regolamenti e troppe leggi per regimentare il territorio, pare quasi che si legiferi su tutto, dimenticando i valori primari, essenziali. Sempre facendo riferimento ai tempi antichi, si può notare che una casa od una città venivano poste nel sito con rispetti geomantici e con discipline che tenevano conto delle grandi energie come il sole e la luna, il vento e l’acqua. Sono convinto che bisogna iniziare da capo, innestando ciò che è stato con ciò che esiste, partendo da ogni singolo sito ed ascoltandolo con amore, cercando di rendere ciò che si toglie alla natura ed alle sue energie per mezzo dell’architettura biosistemica. L’uso dei materiali e tecnologie è molto importante e varia a seconda del clima, del luogo e della funzione. Si deve tener conto della disposizione architettonica nello spazio con giuste prospettive ed altezze, che risultano diverse in base al luogo, alla sua storia e alle destinazioni d’uso, per non offendere il cielo. Tutti questi elementi appena descritti conducono allo sviluppo di un percorso ideale e che mi piace chiamare “valore dinamico” e “valore statico”, vale a dire che ogni singola funzione è rappresentata dalle grandi strutture e dagli edifici. Parafrasando ... è importante la comunione con il luogo, l’uso dei materiali, l’equilibrio tra il vuoto ed il pieno, fra la valle che rappresenta la donna e la montagna che rappresenta l’uomo, ma più di tutto, il leitmotiv è il percorso, cioè, l’esistenza. In questa linea ideale nascono i punti di contatto tra i vari poli di interesse (ingegnerie e architetture), individuati correttamente dai nostri sensi in un equilibrio ritrovato che lascerà spazio a “eros”, inteso come sesto senso e somma di tutte le nostre rappresentazioni esistenziali. Concludendo: L’ Italia, magico stivale immerso nel mare, con la testa a nord, il cuore al centro ed i piedi al sud; in percentuale c’è più arte e storia, bellezza e paesaggio delle altre nazioni limitrofe. Questa realtà vive però in una melassa storico culturale che impedisce a tutto ciò di diventare vera risorsa in una visione “sostenibile” per noi e per le generazioni future; bisogna valorizzare tutto il territorio nazionale ed in particolare quelle regioni, uniche come bellezza e contenuti ancora inesplorati, che sono il Sud. Unire il tutto naturalmente attraverso la creazione di infrastrutture inserite nell’ambiente: morbide, intelligenti e modernissime per permetterci di divenire finalmente il giardino d’Europa. Tutto ciò si può ottenere solo tramite la progettazione integrata nel rispetto di storia, natura, arte, architettura, identità, poesia.